#ilGiro2017 day05 Buguggiate_Broni, km141

Comincio a prendere il ritmo: la sveglia non fa in tempo a suonare! 0700 e giù dalle brande! Bè… e giù dal palco, visto che ho montato la tenda su quello della festa! Teli comunque umidi, figurati fossi rimasto al suolo… Intanto che, smontati, si asciugano un po’, sistemo le borse e ci do di bresaola e grana, con un po’ di succo.

0830 e si va, seguendo le indicazioni dei miei anfitrioni: Azzate (salita e colazione dolce), via sulla ss17 verso Vergiate passando per Mornago e poi Golasecca dove, poco prima di Sesto Calende, si becca, quasi le 10, la ciclabile del Ticino.  Km boh, non pervenuti, ma tra i 15 ed i 20, tutti su strade a traffico regolare.

Qua invece molto meglio: argine sinistro del fiume, ampia ed ombrosa via esclusiva, fondo asfaltato bello liscio… che ben!

1030 e sosta radler e chiacchiere ciclistiche alla diga del Panperduto, dove nascono il canale Villoresi e quello “Industriale”: seguirò quest’ultimo per un’ora, fino a Turbigo (quasi mezzogiorno) dove, con agile manovra, imbocco il Naviglio Grande (km555,5).

Fichissimo! Non mi aspettavo niente di simile: borghi raccolti, con le soglie dei cortili a fil d’acqua, ponti, ville, palazzi, giardini, attività industriali…  Procedo stupito e meravigliato fino a Bernate sul Ticino, 566, dove l’ora è quella giusta e la trattoria Italia pure: un bel menù e una bella mangiata! Riparto con calma due ore dopo: 1430 e sfidiamo ancora sto caldaccio, anche se la vicinanza dell’acqua magari mitiga un po’… Ecco altri bei borghi con ville e palazzi, portici e piazzette, ecco Magenta e poi, un’ora in tutto e km581, Abbiategrasso, dove cambio ancora corso d’acqua: ciao Naviglio, prendo il naviglio Bereguardo, che muove in direzione Pavia.

È la parte più agreste fin qui percorsa: scendendo deciso con piccole chiuse, il canale si inoltra tra campi di mais e risaie a perdita d’occhio, interrotti solo dalle tipiche cascine. Tratto caldissimo e privo d’ombra, ma comunque affascinante, anche se in modo diverso dal “naturale” Ticino e dal “borghese” Naviglio.

Un’ora e, allo scoccare dei 599km, ecco Bereguardo, dove il canale termina. Un po’ di public relations e decido per la via più breve, provinciale esclusa… poi, già pedalante, giro la bici: vado a vedere il ponte di barche sul Ticino. Mi costa qualche km in più e parecchie interviste, ma alla fine, visto il ponte, mi aggancio all’argine destro del fiume, dove vedo confluire anche… la Via Francigena! Pavia è a non più di una decina di km, e dopo gli ultimi curvoni, ore 1835 e km625, ecco il ponte coperto che introduce in città. È l’ora dell’aperitivo, e sudato ed impolverato mi aggiro per il centro: il Duomo, il municipio, le torri medievali… Ma, come spesso accade, ho voglia solo di pedalare lontano da qui: 1915 e sto già seguendo i segni della Francigena pedonale, che però poi abbandono per andare al ponte della Becca, dove il Ticino si getta nel Po. Mezz’ora di strade trafficate ma insomma, tolto che fermarsi sul ponte con la vaccona non si può, che ti stendono, valeva anche la pena. Di là dal ponte ribecco la VF degli appiedati e la seguo lungo l’argine: scendo nei pressi di Broni, dove trovo l’ultimo panino dell’ultimo bar aperto! Una birra ed un consiglio: Eugenio acconsente… posso piantare la tenda al campo sportivo ed usare gli spogliatoi! Yeah! Barba capelli doccia e via come novo!

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