Day07 Bacu Abis_Nebida

Dopo la consueta routine serale, una buona cena da Nerone e tutti in branda!
Risveglio con calma e abbondante colazione in quel dell’accogliente bnb Del Viale e, zaini pronti, è ora di andare: oggi tappa al di fuori del cammino ufficiale!
Invece di Iglesias, infatti, vogliamo visitare alcune delle più belle spiagge del sud-ovest dell’isola: l’idea è di tornare lungo la sp108 verso il nuraghe Seruci e scendere verso Porto Paglia per poi risalire la costa in direzione nord.
Stiamo uscendo e Sandro ci offre un passaggio “fino all’incrocio, per evitare la statale”… “esagera” un po’ e ci lascia all’imbocco della discesa verso la spiaggia di Porto Paglia, risparmiandoci quanto già percorso ieri a fine tappa… Be’, ok, grazie mille!
Iniziamo quindi ufficialmente la nostra giornata di cammino alle 0920, sulla asfaltata che lentamente perde quota, dirigendo verso l’antica Tonnara e passando tra bunker tedeschi seminascosti dalla macchina mediterranea.
Stamattina, purtroppo, il tempo non è bello come è sempre stato finora: nuvoloni grigi a nord, dietro ai quali si indovinano velami di pioggia; un timido sole sembra indeciso sul da farsi, il vento spira da nord… Mani in tasca e dita incrociate, speriamo che tenga!
Giungiamo in breve al complesso di quella che era la più grande tonnara del mediterraneo, oggi prestigioso residence, che gode di una posizione e di una vista assolutamente spettacolari: una scalinata conduce dalla parte superiore a quella a livello del mare: la spiaggia di Porto Paglia. Da qui, camminando senza fretta sulla battigia, ammiriamo il panorama, l’acqua cristallina, le rocce lavorate dalle maree: arrivati alla spiaggia di Fontanamare, ci fermiamo per approfittare del poco sole prima che le nuvole prendano il sopravvento.
Alle 1115 ci muoviamo ed in un quarto d’ora eccoci alla località omonima, prospiciente la strada: un gruppetto di edifici dotati di un piccolo molo.
Da qui le familiari tabelle del Cai ci indicano il sentiero 307, che taglia a mezzacosta tra il mare e la statale per Iglesias: un primo tratto leggermente esposto fa decidere a Marianna di raggiungere Nebida lungo la principale.
Torniamo all’imbocco del sentiero e ci separiamo: a più tardi!
Torno sui miei passi e raggiungo Jorn: il sentiero si snoda in costante saliscendi su terreno prevalentemente roccioso e detritico, attraversando fitte aree ricoperte di macchia mediterranea; il colpo d’occhio è sempre eccezionale, spaziando dalle spiagge di Porto Paglia e Fontanamare fino al Pan di Zucchero.
Alcuni passaggi sono abbastanza esposti e su terreno friabile; un paio di tratti sono attrezzati con corde fisse, comunque poco sicure se non dagli ancoraggi ormai saltati o traballanti: nel complesso un percorso non difficile ma che necessita di piede sicuro.
Prevalentemente a picco sul mare e godendo di magnifiche aperture, proseguiamo dunque lungo l’aereo sentiero e, superato con attenzione un ultimo canalone dal mancorrente ormai inaffidabile, scendiamo in una valletta solcata da un torrente, risaliamo il ghiaione sul versante opposto, attraversiamo un paio di gallerie… ed ecco la Laveria Lamarmora!
O meglio, quel che resta dell’imponente struttura dell’impianto, preannunciato dalle tubazioni che prelevavano e trasportavano l’acqua del torrente di cui sopra, e dai resti di carrelli e rotaie, oltre che dalle gallerie di accesso.
Sviluppata su cinque livelli, incastonata tra scoscese falesie a strapiombo sul mare, dalla Laveria si gode di un panorama incredibile, che abbraccia l’intero arco di costa dal Pan di Zucchero a nord a Portoscuso a sud: dotata di due alte ciminiere, la struttura è interamente armata con gabbie e tiranti per prevenirne i crolli, ed i suoi accessi sono bloccati.
Ovviamente qualcuno ha creato dei varchi.
Ovviamente ci infiliamo ovunque possibile, fino a scendere all’ultimo livello, il più basso, dove sostiamo per una merenda a base di pane e pecorino.
Ci muoviamo solo alle 14, ed in dieci minuti raggiugiamo Marianna a Nebida, il paese che sta esattamente sopra alla Laveria.
Prendiamo possesso dell’appartamentino che abbiamo prenotato ed alle 15 Jorn ed io siamo di nuovo in strada, diretti verso nord: attraversiamo il paese e scendiamo subito verso la costa,  raggiungendo in breve Portu Banda e, di nuovo sul sentiero, in rapida successione le belle calette di Porto Ferru (ore 1530) e Porto Corallo (ore 1545).
Ancora mezz’ora ed eccoci alla spiaggia di Masua, antico magazzino della miniera omonima, dove sostiamo un quarto d’ora…
Davvero una degna conclusione di giornata, questo percorso: altrettanto panoramico ma molto più semplice tecnicamente, davvero godibile ed adatto a tutti.
1630, dietrofront e si ritorna: in venti minuti costeggiamo la miniera di Masua (l’ultima grande miniera sarda a chiudere a metà anni ’90) lungo la strada asfaltata e risaliamo al deserto villaggio minerario, e da qui alla sp83… Non resta che proseguire verso sud per tre chilometri e tornare a Nebida (ore 1730).

Potrebbero interessarti anche...

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
Translate »