Tierra de Alma day20 Coll de Midos _ Refuge des Corones 90km 1850mD+
La zuppa è sul fuoco, basta aspettare…
Bello scrivere il diario seduto al fiammeggiare del camino mentre là fuori, sulla montagna, cala la notte.
Il rosseggiare delle braci mi accompagna verso il sonno, interrotto solo per uscire ad ammirare il nero assoluto trapunto di stelle e costellazioni, spezzato solo dei lampi ad est a disegnare il profilo delle creste lontane.
Solita sveglia e routine modificata, che ci son da lavare le stoviglie: 08.30, però, si va… su il goretex, che fa fresco!
Ritrovo la pista giusto dietro al bivacco, e riprendo la salita interrotta ieri, alzandomi tra i pascoli: giungo in breve ad un passo canadese sul crinale, mentre le marmotte si segnalano la mia presenza… via il goretex, che sto già bollendo (08.50 km02)!
Eccomi al passo, segnato da un corral, le vacche attorno, pare in attesa… uno sguardo alla bastionata rocciosa che chiude l’orizzonte ad est e si scende un po’, la mulattiera abbastanza rotta (09.05 km03); dieci minuti e a sinistra, sul curvone, attraverso un cancelletto: mancano giusto cinque minuti al Refugi de Prat Mirò, che avevo preso in considerazione ieri sera ma, come me, anche le ragazze spagnole che si stanno facendo il caffè (09.20 km06 2000mslm).
Un saluto veloce e si sale faticosamente su fondo grossolano e molto mobile, aperture sulla valle a destra, le scoscese pareti a sinistra, fino al Pas de la Pera (09.45 km08 2140mspm), da dove si scende alla lussuosa piazzola dei bus, con laghetto, bivacco in muratura e cavalli (10.00 km09,5).
La pista da qui migliora notevolmente, sarà per favorire il turismo, ma le ruote ed il conducente apprezzano: eccoci in località El Pradell, pascolo scenografico con albero torto, mucche e malga.
Si scende sempre più facile, incrociando qualche escursionista o similciclista elettrico fino a raggiungere Cap del Rec: camping, bar ristorante, turisti, noleggio ebikes, reggaeton a tutto volume… via da qui, subito (10.30 km18 370mD+ 1950mslm)!
Troppo facile: levigato e veloce asfalto, morbidi curvoni, divertenti tornanti… bè, ghe sta tutta!
Lles de Cerdanya, bel pueblo (10.45 km25 1470mslm); altri pueblos o case sparse, ma tutti tanta roba, una specie di Austria pirenaica: qua ghe xè schei!
Martinet, finalmente a fondovalle: merenda titanica e spesa (11.10 km35 960mslm).
Quaranta minuti e, carico di zuccheri e proteine, passo oltre il fiume e piego a destra: si sale, e le gambe avrebbero qualcosa da dire! Zitte, che in confronto a ieri non è niente!
Montella, bel pueblo da cartolina: una secondaria in continuo saliscendi, e spesso ricoperta di sottile ghiaino, scende tra i campi ed i colli (12.15 km375 1130mslm) ad attraversare la piccola Santa Eugenia (12.40 km43) e la ambiziosa Bellver de Cerdanya, da cui esco spavaldo e vado cinquecento metri oltre la svolta: tento di rimediare occhieggiando la mappa ma no, devo passare sotto il ponte, ed io sono sopra!
Ok, ritorno sui miei passi ed al torrent La Bavosa (sic 12.55 km46,5) via su carrareccia doubletrack inzuppata che diventa poi un single lato fiume: di fatto una lunga piscina fangosa con qualche interruzione fino al km52, quando attraverso un ponte sul fiume per riprendere il sentiero, ancora fangoso e a tratti pure peggio (13.10 km50).
Vabbè, inzaccherato esco dal pantano, costeggio la generale che mollo subito su secondaria ancora verso il fiume (13.35 km53): bella ermita lungo l’argine con matrimonio in corso, ciclisti, escursionisti… sentiero a destra per attraversare la passerella in legno sul fiume, ulteriore sentiero sporco, fangoso, coronato di rovi ed ortiche tra una pozzanghera e l’altra.
Che piacere ritrovare la carretera: un amen e son ad Alp, dove gironzolo fino a trovare una cucina aperta: pausa pranzo con semplice ma sostanzioso plato combinado annaffiato di radler (14.30 km62 1150mslm).
Riparto alle 16.00 , sia pure poco convinto: un quarto d’ora ed ecco Urtx, pedalo altrettanto e attraverso anche Villallonent… e mi viene in mente la “montagna firmata” del vecchio Mauro Corona, chissà perché (16.30 km70)…
Un semplice ponticello in legno di un metro e mezzo sopra ad uno striminzito ruscello segna il confine tra Francia e Spagna: la risalita è ovviamente ripida e sassosa ma poi si procede su un cammino di terra tra i prati… sentiero, secondaria, parco giochi ed eccoci in zona stadio ad Osseja, France (16.50 km72,5 1210mslm).
Un campeggio appena dopo il confine, un altro sulla traccia un chilometro dopo il paese: sono tentato, ma…
Alle 17.00 attacco la Route Forestiere: cavolo, ma è asfaltata!
Ah bè, allora… magari mi viene facile, dai!
Su con calma e senza grossi strappi: Fontaine Monnier, fontanella ed area tavoli (17.40 km77 1500mslm); al bivio resto sulla destra in apparente falsopiano (18.05 km79 1660mslm)… effettivamente è così per un buon chilometro, poi una sorta di inversione a U in testa alla valle, scavalcando un torrente, e si prosegue in quota sul lato in ombra: bello fresco, ciò!
Breve sosta acqua a la Font Santa, altra area attrezzata: ricarico la tanica e via.
Bivio per il refuge, faccio due chiacchiere con Pau e Maria, giovani ciclisti catalani (19.10 km88 1830mD+ 1990mslm).
Un quarto d’ora e giù in discesa: perdo un centinaio di metri in meno di un paio di chilometri e ci guadagno un tetto sopra la testa: refuge Des Corones (19.30 km90 1850mD+ 1860mslm)!
Apro porta e finestre per cambiare l’aria, preparo la cuccia e faccio legna dalle ordinate piccole cataste dietro il bivacco: pigne, rametti, rami, ciocchi… che precisione!
Preparo il fuoco e pregusto un’altra serata davanti al camino…
