Dìa10 Zaragoza – Torres de Berrellen, 22km
Test match per verificare sul campo la tenuta delle zampe… Giornata decisamente fresca (il termometro, alle 0630, segna 17) e ventosissima, come d’altronde tutte, qui a Zaragoza.
Rapida colazione e, calzate le scarpe, si parte: l’uscita dalla città è lunga ed assolutamente non segnalata, ma la ricognizione in ciabatte di ieri porta i suoi frutti e subito si imbocca la giusta direzione… poi, sempre a naso e seguendo l’Ebro, si lascia la periferia e ci si sposta nella campagna adiacente: non c’è storia, mais e filari di alberi a bordeggiare il fiume, solo qualche ciclista vestitissimo a sfrecciarmi al fianco ogni tanto.
Sono le 0830 e mi concedo un 15 minuti di pausa: do un’occhiata ai piedi, e sono abbastanza soddisfatto, anche se il passo non è sciolto e devo porre grandissima attenzione a posare le zampe in modo corretto… mi accorgo così che nei giorni precedenti ho veramente camminato come una papera! È che non te ne rendi conto finché non ci presti davvero attenzione: la differenza tra la tappa per arrivare a Zaragoza ed oggi è eclatante, sembra la camminata di un’altra persona! Ed anche la pressione sulle ginocchia e gli adduttori è di molto inferiore…
Si arriva così a passare il primo pueblo, Monzalbarba, incontrando finalmente il primo segno giallo della giornata: grazie! Ore 0930, 10 km senza frecce, sai che paranoia! Immagina esser finiti fuori strada e dover tornare indietro!
Tiro dritto ed in breve arrivo ad Utebo, h1015, dove mi concedo una sosta di un quarto d’ora: i piedi ancora tutto ok.
Continua a spirare un vento tesissimo, che permette di non avvertire il calore e di camminare bene… percorro sentieri sterrati ai lati dei quali le alte siepi di canne, piegate dal vento, sembrano fare la ola al mio passaggio! Mi sento un po’ tipo centometrista dopo lo scatto, a fare il giro d’onore in pista con tutti che allungano le mani per toccarti… ok, ragazze, carta e penna che vi faccio l’autografo!
Un ultimo balzo e alle 1135 sono a Sobradiel per giungere infine alle 1225 a Torres de Berrellen: all’Ayuntamiento mi indirizzano verso il bar Aroa, dove ricevere le chiavi e pagare, finalmente, il giusto prezzo per un albergue peregrino: 6 euri!
Doccia e varie e poi dritti al bar per un plato combinado, birra e gelato (mi merito un magnum alle mandorle, che, incredibile, costa quasi come una braciola!)… quando ecco arrivare Juan, dal vocione tonante, peregrino ciclista sessantenne che mi chiede le chiavi per quedarsi a sua volta: tien qua, ci vediamo dopo!
Il pomeriggio trascorre riposando e curando i piedi, poi un giro di compere ed ecco arrivare una nuova specie di pellegrini: peregrinos con ciclomotor de 49! Un’intera famiglia catalana (sono sette!) sta facendo il cammino in cinquantino! Ma roba da matti! Sono allegri e rumorosissimi, e si finisce a cena assieme e mi insegnano a bere con il porron, una specie di caraffa fatta apposta per gavettonarsi, ma io sono in gamba e non mi macchio nemmeno! Applausi dai catalani!
Ormai sono le 23, aggiorno il diario e poi… a domani!