Istria Loop day02 Pazin _ Plovania, 108km +2km 1089mD

Sveglia tardiva, pulizia trasmissione, affardellamento mezzi ed è ora di andare, il sole è già alto!
09.05 e torniamo sui nostri passi di ieri, sperando che il bar del distributore sia aperto: niet!
Evabbè, per ora niente colazione.
Scendiamo verso il casello e affianchiamo l’autostrada su bella secondaria tra prati e casette, per poi buttarci in forte discesa su stretti tornanti: già temo quando, in fondo alla dolina, toccherà risalire!
E infatti, non sia mai che l’aspettativa venga delusa: giu a bomba, su a muso duro!
Risalita la china, rifiatiamo un po’ in quota per poi scendere sul bel paesotto di Tinjan: bar chiuso ma minimarket aperto, per fortuna (09.45 km09)!
Succhi di frutta, panini prosciutto e formaggio, strudel, cioccolato, banane e carote: breakfast time!
Una coppia di selvaggi sloveni dalle bici corazzate ha la nostra stessa idea e ci dividiamo le panchine del parchetto facendo colazione: ormai, però, è ora di ripartire.
Ore 10.10 e stiamo già sterrando tra campi e muretti, attraversiamo un pratone circondato dai noccioli e presidiato da una sorta di trullo in pietra centopercento e torniamo sulla fangosa ed ombreggiata carrareccia che ci conduce, tra boschetti e doline, a Baderna (10.45 km18).
La traccia si infratta sempre più tra rovi ed erbacce, fino a sbattere contro la recinzione di quella che sembra un’area di pascolo o una riserva di caccia: osserva, prova, carta, punto e dietrofront ad aggirare la zona proibita e tornare in pista a Jenici (11.15 km23).
Da qui è facile ormai raggiungere Porec, la veneziana Parenzo, in mezz’ora di campi rossi, ulivi, viti e fieno (11.45 km34).
Gironzoliamo tra le calli ed i moletti slalomando tra i turisti: la giornata è stupenda ed il sole caldo, una brezza leggera viene dal mare… fame!!!
Trenta minuti dopo, ormai quasi fuori città, ci concediamo una breve sosta all’ombra per coca e panino (12.15 km37): alla mezza siamo di nuovo in sella e, cinque minuti dopo, imbocchiamo la famosa Parenzana, la ciclabile sorta sulle ceneri della linea ferroviaria Parenzo- Trieste (12.35 km39).
Sempre tra i begli uliveti di terra rossa ed i verdissimi campi, fiancheggiamo dapprima Villanova e successivamente San Marco (13.15 km49), mentre la terra si fa scura ed umida e l’aria più fresca.
Ad una intersezione con l’asfalto incontriamo il trio di Fanzolo, ricoperto di poncho e goretex: più a nord ha piovuto con decisione (13.30 km54)!
Scambiamo qualche informazione sui tratti già percorsi e ci diamo appuntamento telefonico per domani, poi via di nuovo: salendo lenta ma costante, scavalcando valli e corsi d’acqua su alti ponti in pietra, la ciclabile conduce a Vizinada (13.50 km57) e poi, con fitti ghirigori, punta verso Motuvun.
Prima di poterci arrivare, però, rompo il cavo del cambio anteriore (14.30 km67): siamo all’ultima discesa prima di risalire alla cittadina, quindi mi affido alla forza di gravità!
La decisa salita al borgo fortificato non è comunque un problema, dato che la volantina piccola è operativa: neanche l’antico lastricato è un ostacolo sufficiente, ed eccoci dunque fare il nostro ingresso a Motuvun (14.55 km71,5), affollato di turisti schiamazzanti e selfeggianti.
Passeggiata bici alla mano e naso all’insù, poi sosta panino nel cortile superiore, studio mappa e riparazione d’emergenza della mia dueruote: passo alla volantina di mezzo, che dovrebbe risolvere la maggior parte dei problemi.
Un’ora giusta e si inforcano i velocipedi in favore di gravità, diretti a Livade per una birra lontani dalla ressa vacanziera (16.10 km76,5).
Sotto la pergola di vite con un boccale in mano si sta proprio bene, ma c’è ancora da pedalare: dai che si va (16.35)!
Mi perdo per strada un quarto d’ora di Strava, che dimentico in pausa… risulteranno essere un paio di chilometri, stando al gps di Mario: quindi fate +2 alle distanze che seguono!
Sempre in pendenza ferroviaria attraversiamo il lungo ponte Oprtaly per passare dall’altra parte della valle (17.05 km80,5) e proseguiamo sul fino al balcone di Biloslav, dove sostiamo dieci minuti (17.50 km90).
Rimontati in sella, un quarto d’ora è sufficiente per giungere a Groznjan, già Grisignana, che meriterebbe più dei quindici minuti che le concediamo (18.15 km94): ancora una volta la matrice veneta è evidente nel campanile, nelle bifore, nelle sculture che ornano palazzi ed edifici pubblici… qua in Istria c’è sempre aria di casa!
Al rintoccare della mezza si torna sul tracciato in corrispondenza della vecchia stazione, ora abitazione privata, che conserva le colonnine in ghisa di asburgica memoria: solo qualche foto e poi via ancora sull’agile fondo sterrato affiancando la principale.
Al superare di poco la terza cifra, ormai in vista di Buje (18.50 km101,5), lasciamo brevemente la pista per l’asfalto, per poi ributtarci tra i prati tagliando un curvone, tornare paralleli alla principale e poi abbandonare definitivamente la Parenzana per un tratto in discesa verso Caldania (19.05 km105,5) ed un ultimo strappo in salita che ci conduce al nostro ricovero notturno, a casa Laganis a Plovania (19.20 km108).
Il signor Zdenko ci accoglie con un malvasia di sua produzione e ci mostra l’appartamento: appena scaricate le borse torniamo in strada per raggiungere il ristorante Tri Palme, che abbiamo notato un paio di chilometri più indietro… è aperto e posto ce n’è, che vuoi di più?
Con grande calma, ma la cena arriva, ottima ed abbondante: il malvasia, purtroppo, non è neanche lontanamente all’altezza di quello del nostro padrone di casa!
Lo strudel però è buono, ed una volta tornati alla base ci attende una bottiglia di Terranino di casa… fari accesi e via di corsa!

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