theDesertSessions day01 Marrakesh _ Taddart, 100km 2120mD

Notte di scarso riposo: arrivi notturni nella stanza di fianco, caldo, pensieri: il tempo dell’attesa sembra non scorrere, ma finalmente ecco un lieve chiarore e la scusa per alzarmi (06.00). Consumo rapidamente la semplice colazione autogestita e poi scendo a dare il colpo finale alla bici, la cui ruota posteriore pare ok!
Saluto i ragazzi che scendono per prepararsi ad una escursione nel deserto e, ore 07.05, eccomi al via: raggiungo la piazza El Fnaa, poi attraverso un souk, e quindi sono vie secondarie e stradine per imboccare l’uscita dalla città. Il traffico è già abbastanza intenso, ma bastano un 5km per lasciarsi alle spalle Marrakesh e proseguire ora tra campi da golf, domaine e altre diavolerie. La ruota sembra tenere, ed è ormai ora di una sosta gonfiaggio: non ha stallonato e non ha calato, dovrebbe essere a posto (08.00 km14,5).
Riparto più tranquillo ed in breve ecco il paese di Sidi Abdellah Ghiat (08.20 km21,5): mezz’ora dopo sterzo novanta gradi a sinistra verso le pendici dei monti (08.50 km31), prima di lasciare la Route Provinciale a destra verso le case e salire deciso (09.00 km34,5). Guadagno il bivio ad inizio paese, dove dovrei girare a sinistra: prima però una coca al baracchino ci sta tutta (09.15km38)! Neanche mezz’ora e la strada sterra per portare ad un villaggio sul costone (09.40 km42).Sale duro sulla pista polverosa, costeggiando il canyon, poi scende nella valle successiva, da cui raggiungo un paio di insediamenti dediti alla “raccolta” del sale di montagna (10.10 km46). Seguo la pista, a tratti molto sconnessa, e ritrovo la RP2021 ed il suo asfalto (10.45 km50,5) per giungere in breve a Tidili Mesfioua, villaggio dove è ora di una pausa Ice Cola (11.00 km53).
Dieci minuti volano, e tocca riprendere la via: giusto un quarto d’ora e si sterra a destra sulla brulla deviazione della RP2016 (11.25 km56), che conduce ad un villaggio costeggiato da freschi orti, campetti di mais, boschetti di noci ed ulivi, un’oasi resa possibile dal fiume Ouedi Zat che, poco più avanti, traverso su di un ponte di cemento per riguadagnare, slittando in salita, il manto d’asfalto e la RP2016 ufficiale (11.55 km61 asfalto)! Procedo comodamente fino ad Arba Tighedouine (12.10 km65), dove mi concedo venti minuti di sosta al café: bevo una coca ma anche qui non si mangia, pare. Riparto a stomaco vuoto, pensando che tra un’oretta mi fermerò ad uno dei villaggi che appaiono lungo il percorso: un paio di secchi tornanti sterrati connettono la parte bassa del villaggio alla RP, che sale spietata. Finalmente un villaggio a fine salita (13.10 km70): ma la leggera discesa inganna, e si risale più duro di prima, il sole ormai un martello! Chiedo alle persone che incontro “café?”, “bar?”, ma ottengo solo dei “no” o dei sorrisi: ringrazio e proseguo, ma ormai ho finito la benzina ed il sole brucia!
Un quarto alle due del pomeriggio ed il richiamo della preghiera mi fa sperare in un café aperto: lascio l’asfalto per una pista in discesa, seguendo la voce del muezzin. La moschea c’è, il café non pervenuto. Mi fermo comunque all’ombra di un imponente albero per rifiatare un po’ (13.50 km74). Mentre il sole gira verso ovest io mi sposto dalla parte opposta: il riposo all’ombra mi fa bene, scambio la maglietta con la camicia e riparto (15.00).
O meglio, ci provo: dopo la preghiera, avvisati della mia presenza, Ibrahim e Mohammed vengono per invitarmi al pasto del venerdì, proprio mentre sto per salire in sella. Ringrazio ma dico che accetterò solo un pezzetto di pane ed un tè, perché mi sento pronto a ripartire… Ibrahim annuisce serio, ma quando arriva in tavola il vassoio del couscous capisco che mi hanno fregato!
Ed è così che, nel villaggio berbero Sousse (una delle tre tribù) di Timdasset, la famiglia Ait EL Hadj mi adotta! In breve la voce si sparge e la maggior parte degli uomini del villaggio vengono in visita, mentre i bambini spiano il convegno dalle finestre. Dopo il couscous ci sono l’olio d’oliva, il burro ed il miele, da mangiare col pane, ed è superfluo dire che il tè alla menta scorre a litri!
Solo alle 17.00, con una certa riluttanza, i miei anfitrioni consentono a farmi ripartire: mi accorgo però che la ruota posteriore, ancora lei, ha perso pressione… mentre pompo ferocemente, il copertone si ricopre delle manine tastatrici dei bambini, che interpello poi per sapere se ho fatto un buon lavoro! Con il loro serio benestare posso finalmente ripartire (17.10): subito in dura salita a grondare per tre chilometri fino al passo, corredato di campo da calcio… meglio non buttare la palla oltre le recinzioni, mi sa!
Duecento metri sotto dovrei prendere la pista sassosa che stacca a destra tagliando la valle, ma vista la ruota decido di restare sull’asfalto (17.40 km77). Scendo quindi, principalmente in picchiata, sulla strada dal fondo sabbioso o ricoperto di pietrisco, specie in curva, dove ce n’è più bisogno! In breve, costeggiando gruppi di case strapiombanti sulla valle sottostante, vado ad intercettare la RouteNationale9 a Zerkten (18.05 km84,5): da qui si risale nella serpeggiante gola del fiume per quasi mezz’ora (18.30 km90) prima di iniziare a pedalare in continuo saliscendi per giungere, con un ultimo strappo, a Taddart (19.10 km100). Vedo il cartello Gite d’Etape Temps de Vivre e, complici gli astanti, ho un posto in cui dormire… e c’è un’altra bici carica!
È di Juan, stagionato giramondo, con cui ci scambiamo qualche info: dopo la doccia e la cena (tè e omelette berber), ci ritroviamo su in terrasse per due chiacchiere sotto il cielo nero e le stelle luminose.
Ma ormai è ora di dormire…

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