S2N day28 Porto _ A Guarda, 108km 550mD
Pomeriggio di indaffarato relax in quel di Porto: una volta sbranate birra e francesinha alla tavola calda, si può procedere con la disinfezione generale al lavasecco, la manutenzioni del mezzo, barba capelli doccia, stesura del diario… ed ecco arrivare anche MariaLuisa, che sta seguendo un percorso simile al mio, ma in senso opposto!
Avanza una cena da quando, al mio primo viaggio in bici, a Santiago mi ha prestato la sua carta di credito, che la mia era in sciopero!
La serata passa veloce, e la branda chiama: saldato il debito è ora di salutarsi… buen viaje, compañera!
Sveglia in due tempi, ma mi alzo ai supplementari, alle 07.15, poi impacchetto la borsa sella, colazione a buffet e, 08.30, si parte nel fresco del mattino!
L’uscita dalla città è piacevolmente semplice, ed eccomi sulla ciclabile per Matosinhos, ad agganciare subito la Ciclovia da Foz, la pista lungomare in corrispondenza del forte che controlla la baia (08.40 km05).
In mezz’ora ecco il ponte mobile del porto di Leixoes (09.10, km09) ed in breve, lungo la passeggiata, il faro Boa Novo: che differenza, rispetto al Camino invernale di sei anni fa!
Turisti, pellegrini, surfisti, ciclisti, calciatori (sul serio), temperatura gradevole e… niente diluvio!
Si procede per tredici chilometri su fondo in bitume oppure ligneo, poi le passerelle sono vietate alle bici e quindi si passa in pianta stabile sulla strada litoranea, raggiungendo la praia Angeiras do Norte (09.45 km20) e traversando il pueblo mentre aprono i baretti sulla riva: un altro tratto di passerella, un ponte e, tempo un chilometro, inizia il Terribile Selciato Portoghese, il fondo in sampietrini tra gli stretti vicoli dei borghi rurali ed i campi di mais, che fa tremare anche le più indomite tra le prostate!
Raggiungo, sullo scenografico ma impegnativo fondo, la Igresia da Vila Cha (10.05 km24), poi, dopo un paio di chilometri, un breve tratto in asfalto per un attimo fa sperare, ma ci si rituffa subito tra le tipiche case di campagna con la stalla lato strada, la corte chiusa, il portico, le stradine odorose di animali e letame.
Ritrovo l’asfalto con un sospiro di sollievo, lo ammetto, dell’apparato urogenitale (10.30 km30) per poi arrivare in breve, e senza scossoni, a Vila do Conde (10.35 km32): un chilometro in più e, sul lungomare, si può prendere la cementata ciclabile per Povoa de Varzim che, senza indugi, porta alla praia da Fragosa, mentre la città è ormai alle spalle (10.55 km38,5).
Si lascia poi la spiaggia di Boboa e si torna trai vicoli selciati: mi merito una pausa caffè, però!
Ore 11.05, km40, caffè e bignè alla crema in versione ipertrofica: bastano dieci minuti e si va!
Ad Agucadoura gli amplificatori della sagra, appesi ad ogni palo della luce, che qua si fa sul serio, sparano “Welcome to the jungle” dei Guns n Roses (11.20 km42)!
Dopo aver attraversato il villaggio facendo headbanging, divertito all’idea dei vecchietti del pueblo che bevono il loro bicchiere di vino travolti dalla voce di Axl Rose, torno tra le dune, i campi di mais, le serre e gli orti di verze (km44).
Un paio di chilometri ed il camino tra i campi diviene selciato: km51 e finisce il lastricato, lasciando posto allo sterrato tra gli eucalipti… seguo quindi il Caminho Portogues da Costa per i pedoni, tra il mais ed i campi di insalata verde, l’aglio e le vigne, gli eucalipti ed i pini marittimi, le siepi di rovi, il profumo della terra della pineta, il concime sui campi, la terra umida per gli impianti di irrigazione sempre in attività.
Attraverso il ponte sul rio Cavado (12.00 km53) ed imbocco la pista ciclabile lungomare di Esposende (12.05 km55), raggiungo la chiesa, un po’ kitsch, di San Bartolomeu da Mar (12:25 Km61) e si torna lungo la principale, che si lascia ad Antas (12.45 km65) per buttarsi in un singletrack ed attraversare il rio su un primitivo ponte pietra, con tanto di indicazioni peregrine in ammollo (12.50 km66,5)! Bel passaggio, molto scenografico!
Si giunge così a Castelo de Neiva (13.05 km68) e, terminate le vie lastricate, si torna al bitume in un paio di chilometri.
Sosta volante in gasolinera per un po’ di liquidi freschi (13.15 km72): quindici minuti e rieccomi a pedali sullo stradone che porta a Viana do Castelo… ponte, sottopasso, ed eccoci qua, di nuovo tra le strade lastricate (13.55 km78).
Venti minuti scassaprostata poi sentiero impraticabile tra le erbacce e singletrack stretto tra alberi e muretti (14.15 km83,5) per tornare oltre linea ferroviaria (14.35 km86) e ritrovare poi l’asfalto, che comincia pericolosamente ad essere piacevole!
Strada principale, quindi (km88), ed un paio di chilometri di puro bitume che sono un toccasana per la mia prostata, ormai alquanto provata dalle continue mazzate inferte dal lastricato: abbandono la stradona per tornare oltre i binari ad Affife e riprendere la più tranquilla secondaria (km90), mentre nel frattempo la foschia si alza e gradualmente nasconde il mare, la costa ed i boschi alla mia sinistra mentre torno sulla nazionale (15.00, Km92).
Un paio di chilometri e, prima della città, si devia su secondaria, si passano i binari e si scende a lato dela ferrovia per percorrere delle passerelle che attraversano la zona umida, delimitata a monte dalla massicciata dei binari e a valle dalla fascia delle spiagge, per arrivare a Vila Praia Ancora, dove l’antico forte che domina il porto è seminascosto dalla nebbia (15.10 km96).
Basta un migliaio di metri per trovare un sentiero lungomare, ma all’altezza del pueblo di Moledo ripasso i binari (1535 km100) per raggiungere in breve l’Ecovia da Caminha (15.45) che, in un paio di chilometri, costeggia i binari per poi portare di nuovo sul lato opposto, sul nastro asfaltato che scorre tra i muretti a secco e le costruzioni turistiche, mescolate alle case tradizionali e a quelle degli anni ’50.
Bordeggio i moli e le darsene, ignoro baretti e chiringuitos ed eccomi all’embarcadero del mototaxi di Caminha, unico modo possibile per traversare il liquido confine tra Portogallo e Spagna (16.00 km106 550mD).
Azzero i contatori, pago il biglietto, aspetto altri passeggeri: la corsa parte a barca piena!
Bè, bastano venti minuti: si salpa alle 16.20 e si arriva… alle 17.30 ad A Guarda, sull’altra sponda del rio Miño!
Magie del fuso orario: arrivare in Spagna mi è costato un’ora!
Scarica la bici, punto mappa, cerca campeggi, valuta opzioni… e niente, ce n’è uno a due chilometri da qui, va bene così, dai!
Monta in sella, un po’ di spesa nel villaggio, un quarto d’ora a pedali ed eccomi al camping Santa Tecla, proprio lungo il rio Miño, con vista sul Portogallo… obrigado (17.50 km108, 550mD)!