Coast2Coast Day05 Bolsena_Manciano km91

Mercoledì 24 Aprile

Dopo la pioggia, il sole!
Ok, non fa caldo e tira vento, ma ci si accontenta!
Tramestio in camerata già dalle 06, ed insomma alle 07 su in piedi per la solita routine. Colazione in piazza ed alle 0800 on the road: ritorno sui miei passi di ieri per un chilometro poco più e poi mi butto tra i campi in falsopiano su sterrata tra gli ulivi, procedendo piacevolmente con il lago a sinistra.
Trascorre un’oretta ed ecco località Pomele (0900, km342), da dove bastano 10 minuti per incrociare la Cassia (0910, km344) ed altri 10 per arrivare a San Lorenzo (0920, km346), da cui manca ormai poco per arrivare a Grotte di Castro (0945, km351).
Nel rumoroso paesone è giorno di mercato, e numerosi stendardi e gagliardetti pubblicizzano la “festa del tortello”: gironzolo un po’ e poi proseguo su bella sterrata tra le colline verso Castello di Santa Cristina (ore 1010, km356) per poi giugere al piccolo borgo di Onano (ore1025, km359) dove mi concedo una breve sosta.
Scendo poi a fondovalle per arrampicarmi sul versante opposto e raggiungere il crinale: da qui si prosegue in falsopiano e poi in discesa tra i campi arati e venati da gradoni tufacei, orientamento facilitato da alcune, provvidenziali, indicazioni artigianali. Un ultimo tratto, su esoterico tratturo seminascosto, spaventa una cerva e mi deposita sulla strada per
San Quirico, che raggiungo in 10 minuti (ore1125, km367).
Una rapida deviazione per dare un occhio alla perduta città rupestre di Vitozza (costone di tufo nel folto del bosco, nel quale sono state scavate, dalla preistoria in poi, 200 grotte, pozzi, cisterne e canalizzazioni; abitato nel medioevo ed abbandonato nel settecento) mi costa un’ora e 4km: è quasi la mezza, quindi, quando riparto, in salita, verso Sorano.
Mezz’ora e 7km ed ecco la poderosa fortezza Orsini ed il borgo ai suoi piedi, abbarbicati ad uno sperone tufaceo (ore 1250, km378): con la bici sfido vicoletti, rampe e scalinate ed arrampico fin quasi al Masso Leopoldino, dalla cui piazza si dominano i tetti del borgo e la sottostante valle del Lente.
Alle 1355, con 379km sul coso, il momento turistico con pausa panino finisce, ed è ora di ripartire.
Proseguo questo tour nel “triangolo del tufo” intenzionato a visitare la famosa necropoli etrusca nei pressi di Sovana, bel paesone medievale pavimentato in cotto anziché lastricato come al solito, cui giungo pedalando tra colline e vigneti (ore 1455, km390). Visita su due ruote e poi giù, verso l’antico sito funerario degli etruschi (ore 1530, km934), con le famose tombe di Ildebranda, del Tifone, dei Demoni Alati, della Sirena e le vie cave di San Sebastiano del Cavone e di Poggio Prisca, con pareti anche di venti metri.
Esaurito anche il momento Quark, sono ormai le 17, e bisogna andare: torno su a Sovana e poi riguadagno il crinale, per scendere comodamente 4km e poi tornare a salire per raggiungere l’incombente Pitigliano (ore 1740, km404), città che si sviluppa sulla sommità di una vertiginosa parete tufacea.
Il tempo è tiranno,  numerosi i turisti, fa un po’ freddino, e c’è anche una certa voglia di finire la giornata: un quarto d’ora tra le vie del borgo e poi giù in picchiata per risalire subito dopo al santuario della Madonna delle Grazie, salire ancora un po’ e poi, infilati gore e guanti (ore 1805, km404), giù in discesa per 7km fino al ponte sul fiume Fiora (ore 1820, km414), dove una volpe si attarda un momento ad osservare il ciclista che si sveste prima di affrontare la salita tra le colline, indicata dal segnavia Cai 002.
Subito impegnativa, in forte pendenza e fondo in brecciolino, la salita nel bosco mi impone una sosta per mangiare qualcosa dopo un chilometro e mezzo, nei pressi della necropoli di Poggio Buco.
Poi via ancora fino sotto Piazza dei Tori (ore 1910, km417), massima elevazione del sentiero, dove rifiato un attimo, mi rivesto e finalmente mi butto in discesa, veloce e impegnativa, per intercettare l’asfalto (ore 1920, km420) e percorrere gli ultimi  chilometri (in salita) che mi separano dalla meta.
Entro a Manciano, annuso un po’ l’aria girovagando tra le vie, raggiungo la rocca Aldobrandesca (ore 1949, km423) e poi scendo a cercare una sistemazione per la notte…

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