​#ilGiro2017 day16 Passo Mirabella_Castel del Monte, 157km

Lunedì 17 Luglio

Sveglia puntuale e solita routine, e via di ss90 delle Puglie, nuova denominazione per la vecchia Appia… Inchiodo subito ad una fontana monumentale: il Professore, intento a riempir taniche, mi informa che ce ne sono altre lungo il percorso, e poi illustra un’antica tradizione, ma tutt’ora ben viva, di abusi edilizi  che hanno sepolto terme, necropoli e mosaici in quel di Mirabella.

0830, saluti e si parte: è subito vento contrario, più forte di ieri, e la salita risulta ancor più dura… ma almeno è più fresco!

In un’ora giungo comunque ad Ariano, passando i 1800km, ed è il momento di far colazione. Venti minuti e si riparte, raggiungendo in un’ora Savignano e, in altre due ore di solitudine assoluta, solcando colline mietute e campi arati, interrotte solo saltuariamente dalla vite, giungo a Castelluccio dei Sauri, lo oltrepasso e mi fermo per pranzo all’Agorá del buon Massimo (ore 1250, km1851), che, anch’egli ciclista, mi porta razioni abbondanti e mi tieni anche in fresca una bottiglia d’acqua per dopo. 1435 e bisogna rimettersi in strada: via in discesa tra i campi ardenti, mezz’ora ed è già Ordona (km1863) ma qua non si scherza, ed il vento neppure: testa bassa e via andare! Intersezione con la Foggia-Bari in mezz’ora (km1875) e addio strada semideserta: da qua ad Andria il traffico è molto più intenso e pesante… la corsia d’emergenza però mi permette di pedalare tranquillo. Nella patria della burrata (così mi dicono, ore 1840 km1930) faccio la spesa dopo aver abbandonato (finalmente!) la superstrada e, lasciato il centro, inizio ad avvicinarmi al Parco dell’Alta Murgia. L’obiettivo è coprire i circa 15km che separano Andria dal mistico Castel del Monte, dove intendo finire questa giornata.

Si pedala in leggera salita tra muretti a secco, pinete, pascoli e costruzioni in sasso: il sole calante ammanta tutto di luce dorata prima e bronzea poi… l’oscurità si avvicina. Ultimi colpi di pedale ed eccolo, il castello di Federico II di Svevia: domina questo altopiano boscoso e guarda al mare, sfumato dai colori pastello del tramonto.

Arrivo fin davanti al portone mentre gli ultimi turisti se ne vanno (2015, km1946): nella quiete ritrovata, agli ultimi raggi del sole, divido pane e prosciutto con un paio di randagi, poi monto la tenda ai piedi delle scale, cosicché la mole ottagonale mi difenda dal vento incessante.

Sarà una buona notte.

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